Rapporti IDOS

Rapporti IDOS

Scuolemigranti pubblica annualmente un resoconto delle attività svolte e statistiche sugli iscritti alle scuole di italiano aderenti alla Rete. Dal 2009 gli articoli sono ospitati nel Rapporto “Osservatorio Romano sulle migrazioni di Roma e Lazio”, del Centro Studi e Ricerche IDOS.

Gli articoli sono particolarmente utili per conoscere l’evoluzione dell’offerta di formazione linguistica dei agenzie del Terzo Settore e confrontarla con quella della scuola pubblica per adulti. Per alcuni anni dalla sua nascita (2009) la Rete ha ottenuto i dati dall’Ufficio Scolastico Lazio, in seguito con il passaggio da CTP a CPIA non è stato più possibile accedere ai dati su adulti immigrati iscritti ai corsi di italiano della scuola tra pubblica.

Dal 2009 gli aricoli sono ospitati nel Rapporto “Osservatorio Romano sulle migrazioni di Roma e Lazio”, del Centro Studi e Ricerche IDOS.

Nono Rapporto, dicembre 2012, Augusto Venanzetti, “La Rete Scuolemigranti del Lazio e il sostegno scolastico ai minori”, pp. 74-81. Documenta la rapida espansione della Rete; fondata nel 2009 da 11 associazioni romane, in meno di 4 anni ne raggruppa ottanta attive anche nelle provincie del Lazio. Attorno alle scuole di italiano per adulti crescono iniziative per minori, accoglienza e cura di varie fragilità  Nell’anno scolastico 2011-2012 i corsi di italiano della Rete superano i CTP per numero di allievi: 11.763 contro 8.064 dei CTP.

Decimo Rapporto, marzo 2014, Augusto Venanzetti, “Immigrati e apprendimento dell’italiano: cresce il disagio sociale nel Lazio”, pp. 95-109. Denuncia l’incongruenza di norme e assetto istituzionale che si è venuto a creare con il DPR ottobre 2012 ed illustra la sinergia necessaria tra scuola pubblica e volontariato “una strada che con gran fatica si sta cercando di percorrere in collaborazione con Ufficio Scolastico Regionale”.

Undicesimo Rapporto, febbraio 2016, Paola Piva, “La Rete Scuolemigranti e l’integrazione linguistica degli immigrati nel Lazio”, pp. 65-73. Viene segnalata l’emersione di allievi analfabeti, anche tra migranti con lavoro e permesso di lungo periodo,  molti dei quali non si sono dati il tempo di imparare l’italiano. Stanno invecchiando e “pensano di non avere più l’età per tornare a scuola”. La domanda formativa degli analfabeti non viene raccolta solo dalle scuole della Rete non dai CTP che continuano ad avere un numero di iscritti superiore all’offerta pubblica. Vengono avanzate due proposte: “costruire un osservatorio regionale e un tavolo di confronto stabile con Ufficio scolastico Regionale e la Rete”.

Dodicesimo Rapporto, aprile 2017, Paola Piva “Il desiderio e il diritto di studiare degli immigrati: l’esperienza della Rete Scuolemigranti”,  pp. 68-77. Resoconto del progetto “Quirinale” per una didattica fuori aula, dell’impegno per la formazione degli insegnati volontari, delle prospettive per i migranti che “dopo la lingua” vogliono proseguire nello studio e nella formazione professionale. Le tabelle sui corsi attestano 11.000 iscritti all’anno; dopo la nascita dei CPIA non vengono più forniti i dati relativi ai corsi pubblici.

Tredicesimo Rapporto, maggio 2018, Paola Tonolo Piva “A scuola anch’io. Dei nuovi cittadini nel Lazio”, pp. 76-83. Viene sviluppato il tema della sussidiarietà educativa tra scuola e associazionismo esperto per superare collaborazioni strumentali da parte del sistema pubblico. “Con l’organico di cui dispongono oggi , le scuole riescono a organizzare corsi di 20-30 ore, troppo poco per colmare il deficit linguistico dei “nuovi alunni” e la maggioranza delle scuole non offre neanche questo.  Invece, l’insegnamento dell’italiano dovrà ebtrare in via ordinaria nell’offerta formativa di tutti gli istituti (…) le famiglie di solido insediamento continueranno a richiamare i figli lasciati in patria, quelli nati qui proseguendo gli studi porteranno ai livelli di istruzione superiore le criticità che non vengono superate nel primo ciclo”.

Quattordicesimo Rapporto, giugno 2019, Danilo Catania, Irene Desideri Di Curzio, Paola Piva, “Indagine sulla domanda e offerta di apprendimento della lingua italiana nel Lazio”, pp. 69-79. Da un campione di 5.837 iscritti ai corsi di italiano della Rete (50% del totale) nel 2017-2018 emergono vari profili con bisogni formativi differenziati:  dal giovane africano maschio poco istruito neo arrivato, alla donna con alte competenze sotto occupata, lavoratori in età avanzata presenti da anni che non parlano italiano, donne ricongiunte soprattutto asiatiche per le quali la lingua italiana apre una via all’autonomia personale. Una popolazione eterogenea intercettata dalla Rete con offerte differenziate e distribuite su tutto il territorio laziale.

Quindicesimo Rapporto, giugno 2020, Luca Proietti, Irene Desideri Di Curzio, Paola Piva, “Indizi di nuove esigenze formative dalle scuole di italiano del volontariato”, pp. 110-116. Seconda indagine su un nuovo campione di 5.821 iscritti ai corsi di italiano della Rete nell’anno 2018-2019. Si conferma la varietà dei soggetti che accedono ai corsi, regolari e non, scarsamente scolarizzati e ben istruiti, in buona parte plurilingui, provenienti da 147 Paesi. Vengono in luce i punti deboli della formazione rivolta a immigrati adulti: percorsi personalizzati, certificazione di competenze e professionalità acquisite all’estero, soprattutto quelle elevate, offerta di impieghi nei quali valorizzare la padronanza delle lingue extra europee.

Sedicesimo Rapporto, giugno 2021, Irene Desideri Di Curzio, Maria Teofili, Paola Toniolo Piva “Imparare l’italiano al telefono: esperimenti nella Rete Scuolemigranti”, pp. 99-106. L’impegno della Rete per offrire corsi a distanza nei due anni di Covid, limiti nell’accesso alla scuola pubblica e al welfare di emergenza per tutti coloro che non conoscono l’italiano (…) Appare evidente che “il volontariato non può con le sole forze di cittadini attivi, comare l’assenza di politiche mirate alla crescita del capitale umano dei migranti (…) occorre “un piano nazionale di lingua, istruzione, qualificazione professionale e accesso al walfare”.

Diciassettesimo Rapporto, giugno 2022, Irene Desideri Di Curzio, Paola Toniolo Piva, “Rete Scuolemigranti. Osservatorio sulle scuole della Rete al tempo della pandemia”, pp. 54-60. Gli immigrati hanno bisogno sia di esperienze educative nelle associazioni che della scuola pubblica. Le scuole del Terzo settore, inserite nel tessuto locale, facilitano l’integrazione “orizzontale” dell’allievo; insieme alla lingua promuovono la conoscenza dei servizi di base e aprono all’impegno civile. Nella scuola pubblica l’immigrato deve sperimentare una “crescita verticale”; mettere a fuoco le abilità acquisite prima e dopo l’immigrazione , misurare l’attitudine allo studio necessaria per progredire nell’istruzione, acquisire competenze spendibili nel percorso professionale e lavorativo.

Approfondimenti
Oltre al resoconto annuale l’Osservatorio IDOS ospita altri contributi della Rete, approfondimenti su innovazioni metodologiche didattiche, inchiesta, testimonianze.

Undicesimo Rapporto, 2016, M. Catarci, M. Fiorucci, M. Trulli, Una pratica di pedagogia militante nel contesto romano e laziale: la Rete Scuolemigranti”, p. 74-80. Indagine qualitativa sulle pratiche di insegnamento dell’italiano svolta mediante focus group e interviste a responsabili delle scuole di italiano della Rete. Emerge un’architettura formativa che si regge su alcuni pilastri forti, quali accoglienza dell’immigrato adulto e percorso flessibile, orientamento nella rete dei servizi per l’inclusione, formazione continua dei docenti, coordinamento e monitoraggio dei corsi, certificazione delle competenze.

Quindicesimo Rapporto, giugno 2020, Antonella Priori, “Alunni stranieri: la fatica di trovare un posto a scuola”, pp. 117-123. Inchiesta su respingimenti scolastici nelle scuole romane nei confronti di alunni stranieri neo arrivati con ricongiungimento familiare. Vengono segnalate varie criticità: genitore privo di documenti che ignora la possibilità di iscrivere a scuola anche senza e in qualunque momento dell’anno; inserimento in una classe inferiore rispetto l’età, mancanza nell’offerta scolastica dell’insegnamento intensivo della lingua italiana. Richieste circostanziate all’USR Lazio, al Comune e Municipi di Roma.

Diciassettesimo Rapporto, giugno 2022, Clara Margani , “Italiano fuori classe”, pp. 61-65. Esperienze didattiche di Scuolemigranti per chi viene da “fuori” per entrare “dentro” la cultura del nostro Paese: visita al Quirinale, al Palazzo delle Esposizioni, passeggiate nei parchi, giro a Roma attorno ai cinque palazzi dello stato italiano.